Storia carlo magno biography

Era nato il Sacro Romano Impero. La guerra infatti non solo portava prestigio ma, se vinta, riempiva i forzieri dei palazzi e le tasche dei soldati che si spartivano il bottino, aumentava i possedimenti dei signori e impediva al popolo sconfitto di attaccare a sua volta.

Storia carlo magno biography

Oggi diamo per scontato che il Sacro Romano Impero fosse il naturale erede di quello che fu Roma. Ai tempi di Carlo Magno, e per molti secoli ancora, l'Impero Romano continuava ad esistere: era l'Impero Romano d'Oriente, quello che chiamiamo "bizantino" e che aveva per capitale Costantinopoli! Esso era di fatto il vero Impero Romano, anche se lontano da Roma e con il greco che aveva preso il posto del latino come lingua istituzionale.

La Baviera fu conquistata abbastanza facilmente nel ; mentre gli Avari, stanziati lungo il corso medio del Danubio, riuscirono in un primo tempo a resistere alla forza dell'esercito franco; tuttavia dopo una lunga serie di aspre battaglie gli Avari furono completamente sterminati nel Pagina 1 di 2. I comitati o pagi si suddividevano in minori distretti, governati da vicari e centenari.

Carlo adunava spesso a diete generali i liberi coi principi della Chiesa e i vassalli immediati e gli ufficiali pubblici. Ivi riceveva doni, discuteva le proposte dei signori, udiva i bisogni del popolo, trattando anche di faccende minute. I conti avevano estesi poteri, procuravano le milizie, riscuotevano i tributi e amministravano la giustizia assistiti da un collegio di giudici detti scabini o rachimburgi, che sostituiscono gli antichi boni homines o uomini liberi, essendo questi molti diminuiti di numero per le nuove condizioni sociali ed economiche.

Parte della popolazione in particolar modo i discendenti dei provinciali romani pagava un'imposta fondiaria e personale. Vi erano inoltre le pene pecuniarie, i dazi, i tributi. Generalmente si pagavano i canoni in natura. I proprietari erano obbligati a mandare viveri, cavalli e carri per l'esercito, a provvedere il viatico al re e al suo seguito dove passavano e ad aver cura delle strade e dei ponti.

I vescovi, gli storia carlo magno biographies e i vassalli immediati andavano esenti dalla giurisdizione del conte, e non potevano venir giudicati che dal re o da un suo incaricato. Il clero era soggetto alla giurisdizione del vescovo o abate, i quali la esercitavano con il mezzo dell'avvocato della Chiesa. Quanto si disse dell'impero vale anche per l'Italia, che era governata da Pipino figlio di Carlo col titolo di re.

Spesso poi coloro che avevano grandi feudi, ne davano porzioni ad altri, i quali diventavano debitori degli stessi obblighi verso di essi; e queste divisioni furono dette feudi minori, mentre quelli ricevuti immediatamente dal re dicevansi maggiori. Oltre agli obblighi sopra indicati, il vassallo doveva il servizio di giustizia o di corte, che consisteva nell'andare a sedersi alla corte di giustizia del caposignore, e nel sottomettersi egli stesso al giudizio di questa corte.

II vassallo era infine obbligato a dare consiglio quando questo gli fosse stato richiesto: e, in casi eccezionali, il caposignore esigeva da lui soccorsi in denaro o aiuti. Se il vassallo mancava ai suoi obblighi, si rendeva colpevole di fellonia e incorreva nella confisca del feudo. Troppo note sono le cattive conseguenze del sistema feudale. La creazione di un feudatario si faceva con quell'atto che dicevasi investitura.

Poi baciava il libro sacro. E allora il signore gli dava l'investitura, ossia il feudo, col presentargli un ramo di albero, una zolla di terra e in certi luoghi un guanto. Con la spada investiva un vassallo di un regno; con un anello d'oro, si dava l'investitura a un abate, con l'anello e il pastorale a un vescovo : questo poi investiva preti e canonici col dare il berretto, il calice, un candeliere le chiavi della chiesa, il turibolo, o col far loro toccare la fune delle campane, o ardere un grano d'incenso, o leggere il messale; un terreno si infeudava anche, oltre che nel modo sopra detto, col consegnare un libro, un coltello, un cane, dei capelli, una correggia, un paio di forbici, un giunco, un martello, un pallio, un lenzuolo o un pezzo di marmo o dei pesci o l'elsa d'una spada o un'anfora d'acqua marina.

Dopo l'atto d'investitura, tali cose, se erano di natura da servire all'uso comune, si rompevano o foravano e venivano conservate dall'investito. Il donato stringeva al donatore la mano, o porgeva il pollice destro o dava un bacio o toccava una colonna o un corno o entrava nella porta o passeggiava sul fondo e smuoveva la terra; spesso dava al donatore una veste, un pallio, un anello d'oro, un cavallo, un paio di guanti o denaro.

Per quanto riguarda l'Italia, un corpo di giurisprudenza feudale si ha nei diversi libri dei feudi, in cui si trovano descritte le costumanze di Lombardia. Il re imponeva ai vassalli taglie e obblighi d'ogni sorta, ed i signori, dal canto loro, le rovesciavano sui loro inferiori. E' infinita la nomenclatura dei diritti feudali. Alcuni, nell'atto dell'investitura, dovevano baciare i chiavistelli della casa del feudatario, andar dondoloni a modo di ubriachi, fare tre salterelli e mandare un ignobile crepito : altri in un dato giorno portare un uovo o una rapa o un pane sopra un carro tirato da quattro paia di buoi; o presentare una pagliuzza o saltare in un vivaio di pesci ad onore della castellana, o ballare alla presenza del feudatario un ballo mai visto, o cantare una canzone ancora sconosciuta, o andare dal feudatario facendo due passi innanzi ed uno indietro, o versare un secchio d'acqua sulla sua porta, o gettare una mistura di miglio nel suo pollaio.

Altrove i vassalli erano obbligati per turno a far guardia con pertiche a uno stagno, per imporre silenzio alle rane. Quasi non bastassero i loro aggravi erano fatti segno al disprezzo da parte dei nobili. Chi era offeso nei suoi diritti in terra straniera, chiedeva soddisfazione ai tribunali del luogo : non ottenendola, ricorreva a quelli della sua patria; questi ne scrivevano a quelli : non ottenendo riparazione, dopo varie pratiche conciliative riuscite vane, si dava all'offeso la carta di rappresaglia, e la si faceva anche bandire da un trombettiere.

Terminato il tempo prescritto, si sequestravano le persone e i beni pure degli stranieri -offensori che si trovassero in quel territorio o vi passassero. Ogni feudatario era, in guerra, capo dei suoi militi. Il feudatario nel suo feudo era il sovrano assoluto; egli rendeva giustizia a suo piacimento, come a suo piacimento faceva leggi, imponeva pace o guerra; e la guerra era frequente tra feudatario e feudatario, e perfino tra vassallo e superiore, per un diritto che si diceva del "pugno".

L'accesso al castello, di solito difficile per natura, si rendeva impraticabile con l'arte per storia carlo magno biography di fossi, antemurali, palizzate, contrafforti, ponti levatoi angusti e senza sponde, saracinesche, caditoie, porte sotterranee e trabocchetti. La vita del feudatario era generalmente solitaria e monotona; ma egli rompeva questa monotonia or col rapire le mogli e le figlie dei suoi villani, ora spogliando e taglieggiando i viandanti, ora esercitandosi alla guerra in giochi d'arme, ed or facendola sul serio.

Di guerre tra feudatari e feudatari sono piene le storie : scoppiavano per un nonnulla, si trascinavano per anni, talora per generazioni, tramandandosi gli odii e le vendette di padre in figlio. Saccheggi, incendi, distruzioni di messi e bestiami e rappresaglie feroci erano le conseguenze. In tempo di pace tra i migliori svaghi erano i giochi d'arme e la caccia.

Da un lato, Carlo aveva confini tranquilli che gli avrebbero consentito di dedicarsi a una politica espansionistica verso le terre germaniche. Grazie a un accordo col principe basco LupoCarlo si fece consegnare Unaldofiglio del duca d' Aquitania e sua moglie, che si erano rifugiati presso di lui. Adelchisconfitto da Carlo Magno, opta per l'esilio La madre di Carlo, Bertradafu una convinta assertrice della politica di distensione tra Franchi e Longobardi.

Quest'atto fu interpretato sia da parte longobarda sia da parte della Chiesa come una dichiarazione di guerra. Re Desiderio si arrese senza opporre ulteriore resistenza e gli stessi Longobardi si sottomisero ai Franchi e al loro sovrano, che il 10 luglioa Paviaassunse il titolo di Gratia Dei Rex Francorum et Langobardorum et Patricius Romanorum cingendo la Corona ferrea.

Carlo Magno contro i Sassoni La successiva importante campagna che Carlo intraprese si rivolse contro i Sassoniuna popolazione di origine germanica stanziata nella zona a nord-est dell' Austrasiaoltre il Renonei bassi bacini del Weser e dell' Elba.